Rivista 17

La Polestar Precept è arrivata e ha lasciato il segno. Nonostante la cancellazione del Salone internazionale dell'auto di Ginevra, l'arrivo della Precept si fa sentire dappertutto.

A grey Polestar Precept parked in a grey space.

Polestar Precept

In parte ciò ha a che fare con quello che la Precept rappresenta. Di certo non è una concept car, il cui unico scopo è mostrare come le auto potrebbero essere in un futuro in cui denaro e materiali sono entrambi inesauribili. Lo scopo della Precept è mostrare come le auto dovrebbero essere. È un autentico piano per il futuro, la materializzazione delle ambizioni di Polestar e il nostro impegno per un futuro più sostenibile. È l'esatto opposto di una concept car. È un'auto impegnata. È il prossimo passo.

Anche la stampa se ne è resa conto. Persino uno sguardo veloce ai ritagli di giornale delle ultime settimane dimostra che Precept viene ora riconosciuta per ciò che è: la promessa di un futuro vicino, piuttosto che la visione di un lontano avvenire. Dai un'occhiata:

"La Precept è una berlina dal look elegante e, anche se Polestar non parla ancora delle prestazioni, è facile immaginare che, una volta messa in produzione, quest'auto elettrica potrà fare davvero molta strada." -The Verge

"Molte concept car sono rivolte verso orizzonti lontani, ma per il 2020 Polestar si focalizza su un futuro un po' più immediato." -Roadshow by CNET

"Polestar ha annunciato il proprio piano per il futuro, con interni in materiali leggeri e sostenibili, e ora si cominciano a vedere i primi risultati di questi sforzi." -Motor Trend

"Rispetto a molte altre concept car, la Precept vanta interni dal look alquanto sobrio e realistico." -Car and Driver

Anche nel pubblico ha creato altrettanta eccitazione. La sede cinese di Polestar ha organizzato una serie di tavole rotonde con importanti figure del settore, per parlare sia della meccanica della Polestar, sia di ciò che rappresenta (e attirando quasi 15 milioni di spettatori).

E ciò che la Precept rappresenta è un passo avanti nella mobilità elettrica. Non è solo un qualcosa di riservato ai saloni automobilistici. La Precept dimostra che i materiali sostenibili per interni ed esterni possono contribuire a ridurre gli sprechi mantenendo uno stile esclusivo, a livello visivo e percettivo. Dimostra che i sistemi all'interno dell'auto possono essere più reattivi e intuitivi di quanto non siano stati finora. Che il linguaggio del design è in continua evoluzione. E soprattutto, che tutto questo è dietro l'angolo.

Questo è senza dubbio l'aspetto più importante che abbiamo raggiunto con Precept. I cambiamenti sono necessari e devono avvenire subito. Thomas Ingenlath, Amministratore Delegato di Polestar, lo ha affermato in diverse pubblicazioni recenti. "Il modo in cui viene implementato il passaggio all'energia elettrica è deludente e di certo troppo lento," ha affermato in un'intervista ad Automotive News Europe, "dobbiamo davvero fare un passo avanti."

"Ridurre semplicemente i livelli di CO2 è un approccio sbagliato," continua. "Ammettiamolo. La questione non è ridurre i livelli di CO2, è eliminarli. Dovremmo puntare a un'auto che non produce CO2."

I veicoli a zero emissioni sono spesso attaccati dai sostenitori dei motori a combustione interna, che evidenziano le emissioni derivate dalla produzione dei veicoli elettrici. E non hanno tutti i torti. Ma così come il percorso verso un futuro totalmente elettrico, quello verso le emissioni neutrali di CO2 e la totale sostenibilità è esattamente questo: un percorso. I passi avanti sono continui e vale la pena discutere ognuno di essi, se serve per un futuro più imminente. Ad esempio il riutilizzo di materiali usati e scartati per creare gli interni e gli esterni delle auto, come nella Precept, il cui tessuto 3D è ricavato da bottiglie in plastica. O l'utilizzo di materiali sostenibili che stanno già (letteralmente) crescendo nel suolo, come i materiali compositi di lino realizzati da Bcomp, azienda innovativa svizzera, anch'essi impiegati nella Precept.

Definire la Polestar Precept come il "prossimo passo" non è del tutto esatto. È un passo che stiamo già mettendo in atto. È nella giusta direzione. E speriamo che l'intero settore prenda esempio.

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